Se dovessi definire in poche parole ciò che caratterizza la società nella quale viviamo, direi che uno degli elementi chiave è certamente la velocità. Se avessimo la possibilità di metterci in un fermo immagine e osservare dall'esterno quello che accade, noteremmo quanto si vada di corsa in ogni aspetto della nostra vita. Ci affanniamo, corriamo al mattino quando andiamo a lavoro, pranziamo al volo, abbiamo le giornate fitte di impegni ai quali spesso fatichiamo a star dietro. Rendiamo tali anche le giornate dei nostri bambini, riempiendoli di impegni tra scuola, compiti, palestra e magari qualche corso aggiuntivo, di modo che anche loro si abituino sin da piccoli a correre e barcamenarsi tra un'attività e l'altra. Facciamo fatica a stare al passo dello sviluppo tecnologico, che mai come negli ultimi decenni è stato così incalzante.
Non voglio assolutamente dire che ci sia qualcosa di sbagliato nel progresso in sé o nelle attività che riempiono le nostre giornate, penso però che la vita frenetica ci stia facendo perdere di vista il senso di chi siamo e di ciò che realmente vogliamo. Stiamo perdendo l'abitudine di fermarci a riflettere sulla direzione che desideriamo dare alla nostra vita, su ciò che realmente conta per noi.
Vorrei fare un parallelo un po' azzardato, che magari potrà far storcere il naso a qualcuno, ma che, a mio avviso, è opportuno per rendere l'idea. Pensiamo per un attimo alle sette: qual è il meccanismo costante che fa in modo che gli adepti non si ribellino non si facciano domande e non si accorgano di essere manipolati? Il motivo principale per cui questo accade è dovuto sostanzialmente al fatto che la cosa più preziosa che viene loro sottratta, assieme alla libertà è il tempo. Gli adepti di sette o gruppi affini hanno di solito le giornate ricolme di impegni dalla mattina alla sera e, nelle ipotesi peggiori, anche di notte. La stanchezza e la mancanza di sonno rendono le persone più controllabili e manipolabili, queste infatti non avranno il tempo né la forza per fermarsi a riflettere e mettere in discussione la vita che conducono, che risulta, così, totalmente omologata a quella degli altri membri del loro gruppo e agli ideali dell'organizzazione alla quale appartengono.
Ho accennato velocemente alle sette, naturalmente quello che accade al loro interno è ben più grave e non è l'argomento di questo articolo, ma la ragione del parallelo riguarda nello specifico il tempo. Infatti, anche se in modalità differente, accade la stessa cosa nella nostra società: siamo tutti troppo affannati per fermarci a riflettere e chiederci se realmente abbiamo scelto noi il tipo di vita che stiamo conducendo.
Noi ci siamo adeguati al ritmo di vita di questa società e quest'ultima ci dona mezzi affinché possiamo facilmente adempiere a tutti i nostri oneri in modo veloce. I supermercati ci offrono una quantità enorme di cibo pronto o prodotti trasformati, con liste di ingredienti chilometriche e spesso incomprensibili. Abbiamo a disposizione "cibo spazzatura" a volontà, ricco di zuccheri e/o grassi e additivi, conservanti e coloranti di cui non sappiamo praticamente nulla e che spesso sono nocivi per la nostra salute.
A causa della cattiva alimentazione finiamo per ammalarci e, per guarire i sintomi delle nostre patologie, affidiamo la nostra salute ai soli farmaci.
Siamo convinti sostenitori della prevenzione, ma non ci rendiamo conto che i controlli periodici ai quali ci sottoponiamo per verificare il nostro stato di salute, non hanno a nulla a che vedere con la prevenzione, il loro unico scopo è la diagnosi precoce, di sicuro importantissima, ma il significato è completamente differente e credo sia giusto attribuire l'esatto nome alle cose.
La prevenzione, infatti, ha a che fare con lo stile di vita, con ciò che facciamo entrare nel nostro corpo e anche nella nostra mente.
Ma soffermiamoci per ora solo sul nostro corpo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che la dieta da sola può servire a prevenire, gestire o addirittura trattare molte patologie, allo stesso modo in cui un'alimentazione scorretta contribuisce all'insorgere delle stesse.
Il cibo può tenerci in salute, ma per alimentarci correttamente dovremmo ignorare gran parte degli scaffali dei supermercati e dedicarci solo all'acquisto di materie prime e prodotti poco trasformati e/o con pochi ingredienti semplici.
Ovviamente una spesa simile richiede che si dedichi molto più tempo alla preparazione dei pasti. Il che significa, per forza di cose, un ritmo di vita più lento, o forse semplicemente più congeniale alla natura umana.
Viviamo nella realtà del "tutto e subito". Personalmente appartengo alla generazione di quelli che da bambini ricordano la mamma che preparava in casa le conserve di pomodori e melanzane. A differenza di quanto accade oggi, ai tempi, questi due ortaggi non si trovavano tutto l'anno. Oggi troviamo tutto sempre, al punto che molte persone, in particolar modo quelle che vivono nelle grandi città, non conoscono affatto quale sia la stagionalità di frutta e verdura. Nei supermercati, a parte qualche eccezione, tutto è sempre a disposizione e noi abitualmente nemmeno ci badiamo.
E se ti dicessi che il solo cambiamento di approccio nei confronti del cibo ha il potere di trasformare la tua vita? se ti dicessi che come tessere del domino comincerebbero a cadere una a una molte delle tue convinzioni, mi crederesti?
Se iniziassimo realmente a prenderci cura di noi, non potremmo prescindere dal fare lo stesso con l'ambiente in cui viviamo. Nel momento in cui impariamo scegliere ciò che mettiamo sulle nostre tavole, rinunciando alla maggior parte di ciò che ci viene propinato e optando per materie prime e di stagione, cominceremo a comprendere che non è un caso, per fare un esempio, consumare gli agrumi quando fa freddo, visto che contengono la vitamina C, mentre l'anguria è indicata quando fa molto caldo, essendo ricca di acqua. La natura ci offre ciò di cui abbiamo bisogno al momento opportuno, e sarebbe sempre così se la rispettassimo senza squilibrare in continuazione l'ecosistema nel quale viviamo.
Se lo facessimo impareremmo a riconnetterci con Madre Natura e, a poco a poco, tutte le nostre scelte sarebbero dirette verso una vita di sicuro più semplice ma, allo stesso tempo, più libera da falsi bisogni indotti. Il punto è che, affinché ciò possa accadere, è indispensabile rallentare i nostri ritmi.
Durante il lock down sembrava che tutto ciò stesse pian piano succedendo. L'arresto forzato delle attività che eravamo soliti svolgere aveva fatto sì che molte persone iniziassero a mettere in discussione i valori a cui erano abituati a credere, alcuni si sono scoperti scrittori, altri hanno aperto canali youtube, altri ancora hanno riscoperto vecchie passioni, in moltissimi, a quanto pare, si sono sbizzarriti in cucina.
Purtroppo le abitudini di vecchia data sono dure a morire, di conseguenza, al termine del lock down, la maggior parte delle persone è stata di nuovo inglobata nel tran tran del vivere quotidiano e quel "fermo immagine" durato diversi mesi è stato ben presto dimenticato. Tra l'altro molti hanno vissuto la chiusura alla quale tutti siamo stati costretti con angoscia, o perché preoccupati per la salute, propria e/o dei propri cari, o perché hanno visto la propria attività lavorativa fallire.
Ma in tanti non hanno liquidato quell'esperienza come del tutto negativa e da dimenticare. Per questi ultimi il lock down è stata anche un'occasione per mettere in discussione lo stile di vita che fino ad allora avevano condotto e comprendere che avrebbero potuto esprimersi molto di più quanto avessero fatto fino a quel momento della loro vita. Così, durante la chiusura forzata hanno colto l'occasione per dedicarsi a passioni che non avevano avuto più il tempo di coltivare, o semplicemente hanno riscoperto il calore familiare trascorrendo più tempo con i propri figli, per fare un esempio.
Pur riprendendo la vita di tutti i giorni, molti hanno deciso di dedicare più tempo a esperienze che arricchiscono la propria anima, fermandosi a riflettere sul senso delle proprie scelte e delle conseguenti azioni, comprendendo che la via per la felicità passa attraverso una vita più consapevole.
Senza sottrarsi agli impegni quotidiani, queste persone hanno scelto di allontanarsi volontariamente dalla gran parte di quelli che sono i bisogni indotti, che ci tengono occupati e talvolta ci costringono a lavorare di più per poterli soddisfare.
Ebbene, qual è la chiave di tutto questo? Una sola: rallentare il ritmo della nostra vita, permettendo alla mente di accorgersi delle nostre azioni quotidiane che, in questo modo, diventano sempre più intenzionali, perché la via che conduce alla consapevolezza è lenta.